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Trevi Benne Christian Tadiotto Conpac

Trevi Benne / Christian Tadiotto

Responsabile Marketing

Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?

Mi sono diplomato in un indirizzo scientifico e sono entrato in Trevi Benne nel 1997 all’età di 23 anni. L’azienda era a conduzione familiare, di tipico stampo veneto. L’organico a quel tempo era di circa 15 dipendenti divisi tra amministrazione, ufficio tecnico, commerciale e produzione. Il mercato era solamente italiano, senza export all’estero. Non avevo molta esperienza tecnica e formazione in quel campo ma avevo una grande passione per le lingue straniere e praticamente ero l’unico ad avere padronanza con la lingua inglese. Ho ricoperto il ruolo di venditore, servizio ricambi, logistica, manualistica e organizzazione fiere. Non ho avuto un “mentore” o una persona di riferimento da cui imparare, mi sono fatto da solo. Poi siamo cresciuti vertiginosamente. Abbiamo iniziato a inserire figure nuove in ruoli chiave per garantire qualità e velocità nel servizio aumentando in modo dominante e competitivo la nostra presenza sul mercato. Sino al 2006, anno in cui è cambiato radicalmente il mio ruolo, coinciso con la mancata prenotazione dello spazio espositivo per la nostra principale fiera di settore “SAIE”. Da quel momento, assieme alla Proprietà, abbiamo capito che bisognava ritagliare spazio e tempo per una figura dedicata alla comunicazione, alla gestione ed organizzazione degli eventi, alla gestione dei grossi Dealer e al sito web. Quello che oggi viene chiamato Marketing. Oggi Trevi Benne conta oltre 90 dipendenti, più di 40.000.000 di euro di fatturato. È  entrata a far parte di un grosso gruppo di aziende di settore ed è tra i primi cinque produttori mondiali come numero di attrezzature prodotte per macchine movimento terra.  

Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel segmento di mercato B2B?

Sono stato sempre molto scettico a essere sincero. Non ci credevo all’inizio. Non so se fosse magari per il mio essere un po’ “boomer” o perché ritenevo che il contatto, l’incontro, il discutere di persona fosse l’unico modo per far apprezzare il prodotto o il servizio da vendere. Mi sono dovuto ricredere. I social media arrivano ovunque con una velocità pazzesca. Sono incisivi, immediati, diretti. Veicolano il messaggio, lo portano ovunque, andando a supportare anche gli investimenti di fiere o viaggi all’estero. Sono davvero uno strumento imprescindibile per fare business. Nel mercato B2B ci sono numerose nicchie, come quella in cui opera Trevi Benne, dove i social ancora non vengono utilizzati ma sono convinto che presto o tardi questo cambierà e avremo un incremento dell’utilizzo dei media.

Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?

In Trevi Benne siamo molto attivi su Instagram anche se ci siamo arrivati un po’ tardi. Abbiamo iniziato nel 2019 e i risultati a oggi sono davvero ottimi. Ogni settimana, di venerdì, postiamo un video creato ad hoc. Gli argomenti di interesse sono sempre differenti per ampliare le informazioni che andiamo a raccontare. Ovviamente molti sono dedicati alle attrezzature e al lavoro in cantiere ma anche temi come la sicurezza, la formazione, le presenze in fiera e gli approfondimenti. Cerchiamo di non essere mai troppo tecnici e di mantenere una linea editoriale comprensibile anche a chi non è del settore. Molti sono davvero di natura goliardica e, da questa scelta, l’azienda trae beneficio in termini di appeal e di brand. Il mio obiettivo come Responsabile Marketing è quello di portare il cliente a dire: “io voglio il prodotto di Trevi Benne”. Ottimi risultati anche su Facebook, LinkedIn e Youtube mentre su Twitter non abbiamo mai ancora investito.

I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?

Non so se il termine “lede” è il più corretto e appropriato per descrivere un numero esiguo di follower di un’azienda. Sicuramente è uno specchio abbastanza reale delle azioni svolte, dei contenuti trattati, degli investimenti fatti da un brand. O la mancanza assoluta di ogni azione descritta prima. Un semplice esempio: a tutti è capitato di preferire un ristorante, dove non siamo mai andati, che ha il parcheggio pieno di automobili piuttosto che uno praticamente vuoto. È la percezione istintiva che abbiamo. Quella che muove la nostra curiosità e che d’istinto ci dà la misura di quanto “valida” o meno può essere un’azienda, un prodotto o un servizio. Quindi si, magari non lede l’immagine ma di certo la “castiga” se i follower sono pochi. Per questo in Trevi Benne creiamo contenuti dedicati, interessanti e stimolanti per il nostro pubblico.

Quanto contano le recensioni online, sono importanti?

Le recensioni contano molto ma vanno contestualizzate. Contano nella misura in cui sono il 100% positive o 100% negative. Quello allora ti porta all’azione successiva immediata: scegliere o scartare. Come il numero di follower, anche le recensioni vanno lette e interpretate. Non mi soffermo mai su quelle totalmente entusiaste o quelle totalmente catastrofiche, approfondisco e valuto. Le recensioni, dunque, sono importanti ma ovviamente dipendono molto dal prodotto che vendi o che devi acquistare. Nella fetta di mercato di Trevi Benne difficilmente si trovano recensioni online. Le recensioni, in questo caso, sono la presenza nelle fiere, il numero di mercati in cui si è presenti, il numero di concessionari esclusivi, le attività in cui si è coinvolti, le certificazioni, il servizio post- vendita, la soddisfazione del cliente e il conseguente, e mai banale, passa-parola.

Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?

Sì, creare una sinergia tra il team interno e professionisti esterni permette di realizzare contenuti più completi e coerenti con le strategie.Inoltre, il reparto Marketing al momento è composto solamente dalla mia figura. Dal 2019 Trevi Benne ha un contratto annuale per la gestione dei due nostri social principali Facebook e Instagram. Prevede la creazione e il montaggio dei video, con un’uscita settimanale, e la veicolazione sui social. Io mi occupo dei contenuti e della scelta dei soggetti e del piano editoriale, i professionisti poi si occupano della parte grafica e video. Il nostro professionista di fiducia ci accompagna in praticamente tutte le trasferte, lavorando con noi sul campo e respirando la realtà aziendale da molto più vicino. Collaboriamo anche con una realtà che si occupa di grafica che ci ha seguito negli ultimi dodici anni, tra fiere e realizzazioni di fumetti. Non abbiamo mai collaborato con agenzie vere e proprie.

Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?

Diciamo che a livello globale il settore construction è in flessione del circa 20%, quindi anche la produttività e il budget devono essere ridotti. Questo è il motivo che spingerà Trevi Benne a lavorare duramente e concentrare le energie sul reparto produttivo. Inoltre, intraprenderemo delle azioni mirate ai concessionari, con mini fiere e open house.

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Trevi Benne Christian Tadiotto Conpac

Trevi Benne / Christian Tadiotto

Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?

Mi sono diplomato in un indirizzo scientifico e sono entrato in Trevi Benne nel 1997 all’età di 23 anni. L’azienda era a conduzione familiare, di tipico stampo veneto. L’organico a quel tempo era di circa 15 dipendenti divisi tra amministrazione, ufficio tecnico, commerciale e produzione. Il mercato era solamente italiano, senza export all’estero. Non avevo molta esperienza tecnica e formazione in quel campo ma avevo una grande passione per le lingue straniere e praticamente ero l’unico ad avere padronanza con la lingua inglese. Ho ricoperto il ruolo di venditore, servizio ricambi, logistica, manualistica e organizzazione fiere. Non ho avuto un “mentore” o una persona di riferimento da cui imparare, mi sono fatto da solo. Poi siamo cresciuti vertiginosamente. Abbiamo iniziato a inserire figure nuove in ruoli chiave per garantire qualità e velocità nel servizio aumentando in modo dominante e competitivo la nostra presenza sul mercato. Sino al 2006, anno in cui è cambiato radicalmente il mio ruolo, coinciso con la mancata prenotazione dello spazio espositivo per la nostra principale fiera di settore “SAIE”. Da quel momento, assieme alla Proprietà, abbiamo capito che bisognava ritagliare spazio e tempo per una figura dedicata alla comunicazione, alla gestione ed organizzazione degli eventi, alla gestione dei grossi Dealer e al sito web. Quello che oggi viene chiamato Marketing. Oggi Trevi Benne conta oltre 90 dipendenti, più di 40.000.000 di euro di fatturato. È  entrata a far parte di un grosso gruppo di aziende di settore ed è tra i primi cinque produttori mondiali come numero di attrezzature prodotte per macchine movimento terra.  

Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel segmento di mercato B2B?

Sono stato sempre molto scettico a essere sincero. Non ci credevo all’inizio. Non so se fosse magari per il mio essere un po’ “boomer” o perché ritenevo che il contatto, l’incontro, il discutere di persona fosse l’unico modo per far apprezzare il prodotto o il servizio da vendere. Mi sono dovuto ricredere. I social media arrivano ovunque con una velocità pazzesca. Sono incisivi, immediati, diretti. Veicolano il messaggio, lo portano ovunque, andando a supportare anche gli investimenti di fiere o viaggi all’estero. Sono davvero uno strumento imprescindibile per fare business. Nel mercato B2B ci sono numerose nicchie, come quella in cui opera Trevi Benne, dove i social ancora non vengono utilizzati ma sono convinto che presto o tardi questo cambierà e avremo un incremento dell’utilizzo dei media.

Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?

In Trevi Benne siamo molto attivi su Instagram anche se ci siamo arrivati un po’ tardi. Abbiamo iniziato nel 2019 e i risultati a oggi sono davvero ottimi. Ogni settimana, di venerdì, postiamo un video creato ad hoc. Gli argomenti di interesse sono sempre differenti per ampliare le informazioni che andiamo a raccontare. Ovviamente molti sono dedicati alle attrezzature e al lavoro in cantiere ma anche temi come la sicurezza, la formazione, le presenze in fiera e gli approfondimenti. Cerchiamo di non essere mai troppo tecnici e di mantenere una linea editoriale comprensibile anche a chi non è del settore. Molti sono davvero di natura goliardica e, da questa scelta, l’azienda trae beneficio in termini di appeal e di brand. Il mio obiettivo come Responsabile Marketing è quello di portare il cliente a dire: “io voglio il prodotto di Trevi Benne”. Ottimi risultati anche su Facebook, LinkedIn e Youtube mentre su Twitter non abbiamo mai ancora investito.

I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?

Non so se il termine “lede” è il più corretto e appropriato per descrivere un numero esiguo di follower di un’azienda. Sicuramente è uno specchio abbastanza reale delle azioni svolte, dei contenuti trattati, degli investimenti fatti da un brand. O la mancanza assoluta di ogni azione descritta prima. Un semplice esempio: a tutti è capitato di preferire un ristorante, dove non siamo mai andati, che ha il parcheggio pieno di automobili piuttosto che uno praticamente vuoto. È la percezione istintiva che abbiamo. Quella che muove la nostra curiosità e che d’istinto ci dà la misura di quanto “valida” o meno può essere un’azienda, un prodotto o un servizio. Quindi si, magari non lede l’immagine ma di certo la “castiga” se i follower sono pochi. Per questo in Trevi Benne creiamo contenuti dedicati, interessanti e stimolanti per il nostro pubblico.

Quanto contano le recensioni online, sono importanti?

Le recensioni contano molto ma vanno contestualizzate. Contano nella misura in cui sono il 100% positive o 100% negative. Quello allora ti porta all’azione successiva immediata: scegliere o scartare. Come il numero di follower, anche le recensioni vanno lette e interpretate. Non mi soffermo mai su quelle totalmente entusiaste o quelle totalmente catastrofiche, approfondisco e valuto. Le recensioni, dunque, sono importanti ma ovviamente dipendono molto dal prodotto che vendi o che devi acquistare. Nella fetta di mercato di Trevi Benne difficilmente si trovano recensioni online. Le recensioni, in questo caso, sono la presenza nelle fiere, il numero di mercati in cui si è presenti, il numero di concessionari esclusivi, le attività in cui si è coinvolti, le certificazioni, il servizio post- vendita, la soddisfazione del cliente e il conseguente, e mai banale, passa-parola.

Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?

Sì, creare una sinergia tra il team interno e professionisti esterni permette di realizzare contenuti più completi e coerenti con le strategie.Inoltre, il reparto Marketing al momento è composto solamente dalla mia figura. Dal 2019 Trevi Benne ha un contratto annuale per la gestione dei due nostri social principali Facebook e Instagram. Prevede la creazione e il montaggio dei video, con un’uscita settimanale, e la veicolazione sui social. Io mi occupo dei contenuti e della scelta dei soggetti e del piano editoriale, i professionisti poi si occupano della parte grafica e video. Il nostro professionista di fiducia ci accompagna in praticamente tutte le trasferte, lavorando con noi sul campo e respirando la realtà aziendale da molto più vicino. Collaboriamo anche con una realtà che si occupa di grafica che ci ha seguito negli ultimi dodici anni, tra fiere e realizzazioni di fumetti. Non abbiamo mai collaborato con agenzie vere e proprie.

Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?

Diciamo che a livello globale il settore construction è in flessione del circa 20%, quindi anche la produttività e il budget devono essere ridotti. Questo è il motivo che spingerà Trevi Benne a lavorare duramente e concentrare le energie sul reparto produttivo. Inoltre, intraprenderemo delle azioni mirate ai concessionari, con mini fiere e open house.

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