Tecnest / Erika Zanon
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Mi sono laureata in Giornalismo perché la scrittura era una mia passione anche se successivamente ho scelto la Magistrale in Comunicazione d’Impresa. Entrambe le direzioni avevano come fil rouge il poter raccontare storie. Nel tempo ho collaborato con diverse reti televisive e sono stata inviata in Libano quando è scoppiata la guerra in Siria. Dopo alcune esperienze da freelance, ho lavorato in un’azienda che si occupa di bioedilizia, dove la comunicazione era principalmente di stampo tecnico e scientifico. Sono poi entrata in Tecnest dove, sin da subito, ho percepito l’importanza che riveste il marketing all’interno dell’azienda. Inoltre è una realtà molto orientata alla cultura e al continuo aggiornamento. La nostra mission è digitalizzare le imprese manifatturiere. Un obiettivo che riguarda tanto i nostri clienti quanto la nostra stessa organizzazione.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
Secondo me nel B2B i social vengono utilizzati principalmente come una sorta di vetrina. LinkedIn, per esempio, ricopre un ruolo reputazionale: anche in Tecnest abbiamo fatto questa scelta perché è una piattaforma più improntata all’azionario con commenti e interazioni con figure professionali. Questo canale credo sia quello più adatto al B2B anche se non rispecchia al 100% le esigenze delle aziende. Molti dei nostri competitors utilizzano i social perché sono stati acquistati da grandi Gruppi e hanno quindi un’impostazione differente.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
Il social più in linea è sicuramente LinkedIn, improntato al B2B e perfetto per una comunicazione più tecnica. Al momento la piattaforma più lontana è TikTok per il target troppo giovane e per i temi trattati, molto distanti dai nostri. Instagram è un canale particolare dove stanno approdando anche le aziende: noi lo utilizziamo come una sorta di “dietro le quinte” per far conoscere il team e il lato umano dell’azienda.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
È un dato che non è indice della qualità del lavoro dell’area marketing ma è sicuramente un numero che viene tenuto in considerazione lato reputazione dell’azienda. Forse viene utilizzato come dato un pochino “discriminatorio”: quando si sta valutando un partner anche il numero di follower può incidere sull’idea che ci si fa del brand. Potrebbe essere, inoltre, indice di un’azienda un po’ stantia che non investe tanto in comunicazione e marketing.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Dipende, nel B2B funziona ancora moltissimo il passaparola. Le recensioni di Tecnest sono spesso lasciate da persone legate ai nostri dipendenti, non sono quasi mai di clienti o partner proprio perché nel nostro settore non si utilizzano molto. A livello di business, al momento, lo score su google non è un elemento che cambia il business. Personalmente, invece, leggo e lascio recensioni quando viaggio, soprattutto su TripAdvisor.
Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?
Collaboriamo con un’agenzia da oltre 20 anni: la strategia è sempre interna ma la parte più operativa viene esternalizzata. Dall’inizio di quest’anno ci affidiamo anche a un’altra realtà per la parte di Google Ads con la quale ci troviamo molto bene e siamo seguiti in maniera preparata e tecnica. Lavorare a stretto contatto con professionisti verticalizzati su alcune competenze ci permette di creare “contaminazione”: si scambiano idee, si cresce a livello di bagaglio di competenze e si crea un rapporto sinergico tra le parti.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
Lato marketing sicuramente rifaremo il sito di Tecnest: oltre a ottimizzare contenuti, layout e performance vorremmo anche implementare l’AI per fare analisi avanzate ed essere più vicini al nostro utente finale. Dall’avvento delle intelligenze artificiali, sin da subito, abbiamo voluto scoprirne sempre di più: siamo partiti per curiosità, con caffè tra colleghi che si scambiano idee e opinioni. Nel frattempo stiamo lavorando, su questo fronte, a diversi progetti focalizzati su colleghi e clienti. Quello che andremo a inserire nel nostro software dedicato alla fabbrica si propone come facilitatore del lavoro degli operatori. Si tratta di un’AI conversazionale avanzata che semplificherà la user experience e rivoluzionerà il modo di interagire con l’applicativo ottimizzando il tempo degli end-user. Ogni figura all’interno dell’azienda ha avuto il proprio ruolo in questo progetto.
Tecnest / Erika Zanon
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Mi sono laureata in Giornalismo perché la scrittura era una mia passione anche se successivamente ho scelto la Magistrale in Comunicazione d’Impresa. Entrambe le direzioni avevano come fil rouge il poter raccontare storie. Nel tempo ho collaborato con diverse reti televisive e sono stata inviata in Libano quando è scoppiata la guerra in Siria. Dopo alcune esperienze da freelance, ho lavorato in un’azienda che si occupa di bioedilizia, dove la comunicazione era principalmente di stampo tecnico e scientifico. Sono poi entrata in Tecnest dove, sin da subito, ho percepito l’importanza che riveste il marketing all’interno dell’azienda. Inoltre è una realtà molto orientata alla cultura e al continuo aggiornamento. La nostra mission è digitalizzare le imprese manifatturiere. Un obiettivo che riguarda tanto i nostri clienti quanto la nostra stessa organizzazione.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
Secondo me nel B2B i social vengono utilizzati principalmente come una sorta di vetrina. LinkedIn, per esempio, ricopre un ruolo reputazionale: anche in Tecnest abbiamo fatto questa scelta perché è una piattaforma più improntata all’azionario con commenti e interazioni con figure professionali. Questo canale credo sia quello più adatto al B2B anche se non rispecchia al 100% le esigenze delle aziende. Molti dei nostri competitors utilizzano i social perché sono stati acquistati da grandi Gruppi e hanno quindi un’impostazione differente.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
Il social più in linea è sicuramente LinkedIn, improntato al B2B e perfetto per una comunicazione più tecnica. Al momento la piattaforma più lontana è TikTok per il target troppo giovane e per i temi trattati, molto distanti dai nostri. Instagram è un canale particolare dove stanno approdando anche le aziende: noi lo utilizziamo come una sorta di “dietro le quinte” per far conoscere il team e il lato umano dell’azienda.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
È un dato che non è indice della qualità del lavoro dell’area marketing ma è sicuramente un numero che viene tenuto in considerazione lato reputazione dell’azienda. Forse viene utilizzato come dato un pochino “discriminatorio”: quando si sta valutando un partner anche il numero di follower può incidere sull’idea che ci si fa del brand. Potrebbe essere, inoltre, indice di un’azienda un po’ stantia che non investe tanto in comunicazione e marketing.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Dipende, nel B2B funziona ancora moltissimo il passaparola. Le recensioni di Tecnest sono spesso lasciate da persone legate ai nostri dipendenti, non sono quasi mai di clienti o partner proprio perché nel nostro settore non si utilizzano molto. A livello di business, al momento, lo score su google non è un elemento che cambia il business. Personalmente, invece, leggo e lascio recensioni quando viaggio, soprattutto su TripAdvisor.
Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?
Collaboriamo con un’agenzia da oltre 20 anni: la strategia è sempre interna ma la parte più operativa viene esternalizzata. Dall’inizio di quest’anno ci affidiamo anche a un’altra realtà per la parte di Google Ads con la quale ci troviamo molto bene e siamo seguiti in maniera preparata e tecnica. Lavorare a stretto contatto con professionisti verticalizzati su alcune competenze ci permette di creare “contaminazione”: si scambiano idee, si cresce a livello di bagaglio di competenze e si crea un rapporto sinergico tra le parti.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
Lato marketing sicuramente rifaremo il sito di Tecnest: oltre a ottimizzare contenuti, layout e performance vorremmo anche implementare l’AI per fare analisi avanzate ed essere più vicini al nostro utente finale. Dall’avvento delle intelligenze artificiali, sin da subito, abbiamo voluto scoprirne sempre di più: siamo partiti per curiosità, con caffè tra colleghi che si scambiano idee e opinioni. Nel frattempo stiamo lavorando, su questo fronte, a diversi progetti focalizzati su colleghi e clienti. Quello che andremo a inserire nel nostro software dedicato alla fabbrica si propone come facilitatore del lavoro degli operatori. Si tratta di un’AI conversazionale avanzata che semplificherà la user experience e rivoluzionerà il modo di interagire con l’applicativo ottimizzando il tempo degli end-user. Ogni figura all’interno dell’azienda ha avuto il proprio ruolo in questo progetto.