TAKA-WPR / Andreas Smentkowski
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Sono nato e cresciuto in Germania, dove ho studiato Lingue (spagnolo e francese), Letterature e Storia. Una volta conclusa l’Università ho lavorato per un periodo in un’agenzia di Relazioni Pubbliche molto conosciuta. Mi sono trasferito in Italia circa dodici anni fa, sia per amore sia perché mi affascinavano la cultura e la lingua. Qui ho lavorato per una piccola realtà specializzata in articoli per la pesca: ricoprivo il ruolo di Export Manager per il mercato tedesco, europeo e americano. Inoltre, scrivevo articoli per le riviste del settore dove parlavo delle metodologie di realizzazione delle esche e di tutti i prodotti legati a questo mondo. Dopo qualche anno ho capito che quella posizione non faceva più per me e ho deciso di cambiare settore, entrando in TAKA-WPR sempre come venditore con conoscenza di lingue e di mercati esteri. Inizialmente lavoravo come venditore porta a porta, poi ho aggiunto la gestione degli agenti e del back office, con particolare attenzione al marketing e alla comunicazione. Due anni fa, in seguito alla fusione tra TAKA e WPR, abbiamo deciso di creare un reparto Marketing vero e proprio. Ora, oltre a occuparmi ancora delle vendite, sono Marketing Manager e seguo la comunicazione sia online che offline. Sono coinvolto anche nella Ricerca e Sviluppo e seguo la nostra Academy che fornisce corsi di formazione ai nostri clienti e le nostre risorse interne.
Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel segmento di mercato B2B?
In linea di massima vedo che nel mercato estero c’è un utilizzo più ampio dei social media però bisogna anche contestualizzare quest’analisi tenendo conto delle piattaforme utilizzate. TAKA-WPR è presente solo su LinkedIn perché abbiamo scelto di concentrarci solo su questo social, evitando di fare mirroring di contenuti e disperdendo risorse ed energie. Nel B2B, soprattutto nella nostra nicchia, le nostre “buyer persona” non sono presenti su tutti i social. Un altro fattore da considerare è sicuramente il “lato umano” del brand, in particolar modo nei settori legati a tecnologie e macchinari, che a volte non è facile comunicare ma che certamente fornisce una social proof importante. L’utente è più propenso a interagire con contenuti che mostrano altre persone piuttosto che con visual di oggetti inanimati. Ho notato anche che più l’azienda è ampia e più i post sono impersonali: è tutto un altro modo di raccontare la realtà del brand che, secondo me, va a perdere parte del potenziale.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
TAKA-WPR opera in un mercato molto specifico e per questo abbiamo deciso di studiare quale social potesse essere in linea con il nostro modello di business. Il nostro pubblico target è da ricercarsi tra lavoratori del settore, principalmente uomini oltre la quarantina che solitamente non sono presenti su altre piattaforme. Inoltre, LinkedIn riesce a dare un’impronta più professionale essendo nato con questo obiettivo. Social come TikTok o Instagram sono ancora parecchio lontani dalla nostra realtà perché vengono utilizzati da utenti molto giovani che stanno appena iniziando a entrare nel mondo del lavoro o che ancora studiano. Queste due piattaforme, insieme a Pinterest, prediligono contenuti dall’alto valore estetico e i nostri prodotti spesso non soddisfano questi requisiti essendo macchinari e tecnologie. Per noi funziona ancora molto bene l’email marketing dove raggiungiamo dei numeri molto positivi, con un incremento anche del 50% delle aperture. Qui l’arma vincente è il microdosaggio: evitiamo quindi di spammare mail alla nostra lista di contatti perché risulterebbe controproducente e cerchiamo di fornire sempre informazioni utili, dedicando solo una piccola parte all’advertising.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
Trovo che la prima cosa da chiedersi sia “quanto si intende per poco?”. Questo è un dato che va rapportato con il mercato in cui si opera: brand come TAKA-WPR che lavorano in una nicchia molto specifica è ovvio che avranno un numero più basso di follower rispetto a un grande player di un settore più conosciuto, come potrebbe essere la moda. All’interno di questa già piccola nicchia bisogna trovare il pubblico target interessato, attivo e far in modo di continuare a coinvolgerlo nei contenuti. Preferisco avere meno follower ma tutti in target piuttosto che un numero molto più ampio che interagisce poco perché non interessato. Spesso la qualità conta più della quantità.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Nella teoria e durante la ricerca di informazioni le recensioni sono importanti: chi si informa tende a leggere le opinioni online e a valutare un brand in base a ciò che legge. Alcuni settori non rientrano ancora in questa abitudine e quindi per TAKA-WPR le recensioni non sono così importanti. Per noi è fondamentale raccogliere un feedback diretto dai clienti: questo ci aiuta a migliorare la loro esperienza, andando a lavorare su ambiti molto specifici. Personalmente, viaggiando molto, leggo e lascio recensioni soprattutto su Booking e su Amazon per la sfera dello shopping. Sono convinto che siano uno strumento valido se si ha la competenza per filtrare i commenti lasciati dai bot o recensioni scritte per danneggiare o per elogiare in maniera eccessiva.
Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?
Prima dell’istituzione di un Ufficio marketing, TAKA-WPR collaborava con un’agenzia che gestiva tutta la comunicazione. Con il passare del tempo abbiamo optato per internalizzare tutte le decisioni, dalla strategia al budget, grazie anche a una risorsa che mi affianca. Collaboriamo con professionisti per quanto riguarda i materiali da stampare: brochures, cataloghi e materiali per le fiere. Per il sito web ci appoggiamo a una realtà esterna perché avere anche qualche input al di fuori di quelli interni può solo aiutare migliorare le prestazioni. È vero che una risorsa interna conosce molto meglio il DNA aziendale ma è altrettanto vero che non potrà conoscere tutte le dinamiche proprie di ogni piattaforma social come un professionista che si occupa solo di questo. Sulla base di questo ragionamento cerchiamo di rimanere sempre aggiornati sulle novità del mondo del marketing per avere un quadro completo e per creare strategie on point.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
TAKA-WPR fa parte di una filiera produttiva e ci siamo resi conto che spesso i clienti finali non sanno quali siano i nostri prodotti. Partendo da questo presupposto abbiamo voluto creare il progetto più importante e più grosso fino a ora: la nuova docuserie, lanciata da pochissimo su YouTube. In questo spazio possiamo raccontare la totalità del brand a tutti gli stakeholder del settore: fornitori, concorrenti, architetti, aziende del settore e clienti. Abbiamo coinvolto uno dei nostri maggiori clienti conosciuto in tutta Europa, alcuni dei nostri fornitori e un ente indipendente dell’industria che si occupa di realizzare normative per le finestre. Questo ci ha permesso di creare un’authority più completa nella quale si può riporre fiducia. Inoltre, abbiamo voluto realizzarlo in quattro lingue – tedesco, inglese, italiano e spagnolo – così da raggiungere un pubblico ancora più ampio, facendo informazione in modo fruibile da quasi tutti.
TAKA-WPR / Andreas Smentkowski
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Sono nato e cresciuto in Germania, dove ho studiato Lingue (spagnolo e francese), Letterature e Storia. Una volta conclusa l’Università ho lavorato per un periodo in un’agenzia di Relazioni Pubbliche molto conosciuta. Mi sono trasferito in Italia circa dodici anni fa, sia per amore sia perché mi affascinavano la cultura e la lingua. Qui ho lavorato per una piccola realtà specializzata in articoli per la pesca: ricoprivo il ruolo di Export Manager per il mercato tedesco, europeo e americano. Inoltre, scrivevo articoli per le riviste del settore dove parlavo delle metodologie di realizzazione delle esche e di tutti i prodotti legati a questo mondo. Dopo qualche anno ho capito che quella posizione non faceva più per me e ho deciso di cambiare settore, entrando in TAKA-WPR sempre come venditore con conoscenza di lingue e di mercati esteri. Inizialmente lavoravo come venditore porta a porta, poi ho aggiunto la gestione degli agenti e del back office, con particolare attenzione al marketing e alla comunicazione. Due anni fa, in seguito alla fusione tra TAKA e WPR, abbiamo deciso di creare un reparto Marketing vero e proprio. Ora, oltre a occuparmi ancora delle vendite, sono Marketing Manager e seguo la comunicazione sia online che offline. Sono coinvolto anche nella Ricerca e Sviluppo e seguo la nostra Academy che fornisce corsi di formazione ai nostri clienti e le nostre risorse interne.
Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel segmento di mercato B2B?
In linea di massima vedo che nel mercato estero c’è un utilizzo più ampio dei social media però bisogna anche contestualizzare quest’analisi tenendo conto delle piattaforme utilizzate. TAKA-WPR è presente solo su LinkedIn perché abbiamo scelto di concentrarci solo su questo social, evitando di fare mirroring di contenuti e disperdendo risorse ed energie. Nel B2B, soprattutto nella nostra nicchia, le nostre “buyer persona” non sono presenti su tutti i social. Un altro fattore da considerare è sicuramente il “lato umano” del brand, in particolar modo nei settori legati a tecnologie e macchinari, che a volte non è facile comunicare ma che certamente fornisce una social proof importante. L’utente è più propenso a interagire con contenuti che mostrano altre persone piuttosto che con visual di oggetti inanimati. Ho notato anche che più l’azienda è ampia e più i post sono impersonali: è tutto un altro modo di raccontare la realtà del brand che, secondo me, va a perdere parte del potenziale.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
TAKA-WPR opera in un mercato molto specifico e per questo abbiamo deciso di studiare quale social potesse essere in linea con il nostro modello di business. Il nostro pubblico target è da ricercarsi tra lavoratori del settore, principalmente uomini oltre la quarantina che solitamente non sono presenti su altre piattaforme. Inoltre, LinkedIn riesce a dare un’impronta più professionale essendo nato con questo obiettivo. Social come TikTok o Instagram sono ancora parecchio lontani dalla nostra realtà perché vengono utilizzati da utenti molto giovani che stanno appena iniziando a entrare nel mondo del lavoro o che ancora studiano. Queste due piattaforme, insieme a Pinterest, prediligono contenuti dall’alto valore estetico e i nostri prodotti spesso non soddisfano questi requisiti essendo macchinari e tecnologie. Per noi funziona ancora molto bene l’email marketing dove raggiungiamo dei numeri molto positivi, con un incremento anche del 50% delle aperture. Qui l’arma vincente è il microdosaggio: evitiamo quindi di spammare mail alla nostra lista di contatti perché risulterebbe controproducente e cerchiamo di fornire sempre informazioni utili, dedicando solo una piccola parte all’advertising.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
Trovo che la prima cosa da chiedersi sia “quanto si intende per poco?”. Questo è un dato che va rapportato con il mercato in cui si opera: brand come TAKA-WPR che lavorano in una nicchia molto specifica è ovvio che avranno un numero più basso di follower rispetto a un grande player di un settore più conosciuto, come potrebbe essere la moda. All’interno di questa già piccola nicchia bisogna trovare il pubblico target interessato, attivo e far in modo di continuare a coinvolgerlo nei contenuti. Preferisco avere meno follower ma tutti in target piuttosto che un numero molto più ampio che interagisce poco perché non interessato. Spesso la qualità conta più della quantità.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Nella teoria e durante la ricerca di informazioni le recensioni sono importanti: chi si informa tende a leggere le opinioni online e a valutare un brand in base a ciò che legge. Alcuni settori non rientrano ancora in questa abitudine e quindi per TAKA-WPR le recensioni non sono così importanti. Per noi è fondamentale raccogliere un feedback diretto dai clienti: questo ci aiuta a migliorare la loro esperienza, andando a lavorare su ambiti molto specifici. Personalmente, viaggiando molto, leggo e lascio recensioni soprattutto su Booking e su Amazon per la sfera dello shopping. Sono convinto che siano uno strumento valido se si ha la competenza per filtrare i commenti lasciati dai bot o recensioni scritte per danneggiare o per elogiare in maniera eccessiva.
Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?
Prima dell’istituzione di un Ufficio marketing, TAKA-WPR collaborava con un’agenzia che gestiva tutta la comunicazione. Con il passare del tempo abbiamo optato per internalizzare tutte le decisioni, dalla strategia al budget, grazie anche a una risorsa che mi affianca. Collaboriamo con professionisti per quanto riguarda i materiali da stampare: brochures, cataloghi e materiali per le fiere. Per il sito web ci appoggiamo a una realtà esterna perché avere anche qualche input al di fuori di quelli interni può solo aiutare migliorare le prestazioni. È vero che una risorsa interna conosce molto meglio il DNA aziendale ma è altrettanto vero che non potrà conoscere tutte le dinamiche proprie di ogni piattaforma social come un professionista che si occupa solo di questo. Sulla base di questo ragionamento cerchiamo di rimanere sempre aggiornati sulle novità del mondo del marketing per avere un quadro completo e per creare strategie on point.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
TAKA-WPR fa parte di una filiera produttiva e ci siamo resi conto che spesso i clienti finali non sanno quali siano i nostri prodotti. Partendo da questo presupposto abbiamo voluto creare il progetto più importante e più grosso fino a ora: la nuova docuserie, lanciata da pochissimo su YouTube. In questo spazio possiamo raccontare la totalità del brand a tutti gli stakeholder del settore: fornitori, concorrenti, architetti, aziende del settore e clienti. Abbiamo coinvolto uno dei nostri maggiori clienti conosciuto in tutta Europa, alcuni dei nostri fornitori e un ente indipendente dell’industria che si occupa di realizzare normative per le finestre. Questo ci ha permesso di creare un’authority più completa nella quale si può riporre fiducia. Inoltre, abbiamo voluto realizzarlo in quattro lingue – tedesco, inglese, italiano e spagnolo – così da raggiungere un pubblico ancora più ampio, facendo informazione in modo fruibile da quasi tutti.