fbpx

Megic Pizza Gerardo Acampora Conpac

Megic Pizza / Gerardo Acampora

AD

Qual è il tuo ruolo e di cosa ti occupi principalmente?

In qualità di fondatore di Megic Pizza mi occupo trasversalmente un po’ di tutto ma la parte su cui sono più verticale è quella commerciale e di visione strategica.

Qual è stato il tuo percorso fino a coordinare il marketing e la direzione aziendale?

Ho perseguito gli studi in scienze e tecnologie alimentari e ho da sempre vissuto l’atmosfera ristorativa nell’attività di famiglia ovvero “La Ciacolada” a Grado. Durante questa esperienza ho iniziato a sperimentare il prodotto sottovuoto creando un laboratorio dedicato a fianco al ristorante di famiglia da cui poi è partito il business di Megic pizza.

Quale social media non è in linea con il vostro modello di business?

LinkedIn non rappresenta una piattaforma di nostro interesse e non è indispensabile per veicolare la nostra comunicazione. È un social B2B e siamo presenti con una pagina ma solo in quanto posizionamento. I social che non producono risultati tangibili andrebbero chiusi ed è per questo che stiamo ripensando la nostra strategia.

Qual è il vostro social main sul quale puntate di più?

In assoluto Instagram. Su questa piattaforma siamo partiti presto nel 2016 perché avevo bisogno di una piattaforma giovane per attrarre i neo utenti e convertire i loro bacini d’utenza formati soprattutto da target più alti come quelli rappresentati dai genitori per esempio.

La gestione dei social è interna? Avete mai collaborato con professionisti esterni?

Abbiamo una gestione social interna e non ci sono mai stati professionisti esterni lato social ma ci siamo affidati per altre attività di comunicazione ad agenzie esterne.

Quali sono i vostri progetti futuri in ambito marketing?

Ci interessa TikTok perché è una piattaforma giovane quindi rappresenta un focus futuro per l’azienda. La concentrazione è però ora rivolta maggiormente sul migliorare ciò che è già consolidato, implementando dei nuovi format lato content marketing.

Torna alle altre interviste >

Megic Pizza Gerardo Acampora Conpac

Megic Pizza / Gerardo Acampora

Qual è il tuo ruolo e di cosa ti occupi principalmente?

In qualità di fondatore di Megic Pizza mi occupo trasversalmente un po’ di tutto ma la parte su cui sono più verticale è quella commerciale e di visione strategica.

Qual è stato il tuo percorso fino a coordinare il marketing e la direzione aziendale?

Ho perseguito gli studi in scienze e tecnologie alimentari e ho da sempre vissuto l’atmosfera ristorativa nell’attività di famiglia ovvero “La Ciacolada” a Grado. Durante questa esperienza ho iniziato a sperimentare il prodotto sottovuoto creando un laboratorio dedicato a fianco al ristorante di famiglia da cui poi è partito il business di Megic pizza.

Quale social media non è in linea con il vostro modello di business?

LinkedIn non rappresenta una piattaforma di nostro interesse e non è indispensabile per veicolare la nostra comunicazione. È un social B2B e siamo presenti con una pagina ma solo in quanto posizionamento. I social che non producono risultati tangibili andrebbero chiusi ed è per questo che stiamo ripensando la nostra strategia.

Qual è il vostro social main sul quale puntate di più?

In assoluto Instagram. Su questa piattaforma siamo partiti presto nel 2016 perché avevo bisogno di una piattaforma giovane per attrarre i neo utenti e convertire i loro bacini d’utenza formati soprattutto da target più alti come quelli rappresentati dai genitori per esempio.

La gestione dei social è interna? Avete mai collaborato con professionisti esterni?

Abbiamo una gestione social interna e non ci sono mai stati professionisti esterni lato social ma ci siamo affidati per altre attività di comunicazione ad agenzie esterne.

Quali sono i vostri progetti futuri in ambito marketing?

Ci interessa TikTok perché è una piattaforma giovane quindi rappresenta un focus futuro per l’azienda. La concentrazione è però ora rivolta maggiormente sul migliorare ciò che è già consolidato, implementando dei nuovi format lato content marketing.

Torna alle altre interviste >