Legor Group / Fabio Di Falco
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Ho iniziato il mio percorso studiando “Tecniche pubblicitarie, Comunicazione e Marketing” all’Università di Perugia, dopodiché, ho svolto uno stage curricolare come Account in un’agenzia pubblicitaria a Roma. Mi sono poi trasferito a Milano, dove ho contemporaneamente conseguito una pubblicazione sul neuromarketing e svolto il master in “Marketing & Comunicazione” alla Bocconi. Sono poi entrato nel mondo del lavoro, approdando inizialmente in Fossil come Brand Manager, dove gestivo diversi brand del gruppo, per poi passare in Esprinet, mantenendo lo stesso ruolo ma occupandomi di un settore completamente differente: gestivo, infatti, il marchio Epson. In seguito, sono ritornato in Fossil per quasi nove anni, nella sede di Vicenza, città in cui mi sono trasferito. Successivamente ho deciso di fare un’esperienza diversa entrando in FITT, azienda del settore gardening. Sono poi passato in Legor come Marketing Manager dove, dopo aver strutturato il reparto, mi sono dedicato al rebranding e alla comunicazione sia offline sia online, interna ed esterna del gruppo. Nel tempo libero mi dedico a progetti didattici con professionisti del settore, come la pubblicazione della prima prima prassi di riferimento (UNI/PdR 111:2022) sul branding a livello nazionale avvenuta a luglio del 2022.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
Penso che all’estero siano proiettati molto più in avanti rispetto all’Italia, perché c’è un utilizzo e una conoscenza delle tecnologie più alti. L’Italia è da sempre il fanalino di coda, sia per specificità intrinseche del mercato che per approccio e fruizione delle piattaforme dell’utente finale. Il nostro Paese si muove e vive ancora molto sul contatto fisico anche se credo che il Covid abbia abbattuto dei muri che in Italia erano ancora molto forti. Nonostante tutto, riscontro ancora della reticenza nell’affidarsi a piattaforme tecnologiche, all’ottimizzazione e all’efficientamento.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
LinkedIn è la piattaforma più forte per Legor Group mentre Facebook è quella più debole. Molte realtà sono convinte che ogni azienda debba essere presente su tutti i social, questo, ahimè, non è sempre vero e possibile per diverse ragioni. Tra le principali troviamo la gestione corretta, strategica ed efficace di una singola piattaforma social richiede persone competenti, tempo, investimenti, per non parlare della produzione di contenuti che questi canali “veloci e famelici” richiedono . In secondo luogo bisogna sempre tenere bene a mente il target di riferimento che non necessariamente sarà presente o cercherà le informazioni necessarie su tutti i canali social. Queste sono alcune delle motivazioni che ci hanno guidati nella scelta di LinkedIn come canale preferenziale ed ottimale per promuovere sia i nostri valori che il nostro business.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
Legor Group mira alla qualità del contatto e non alla quantità.
Ci sono molti player con fanbase enormi ma se ci si ferma ad analizzare la qualità degli utenti, ci si rende subito conto che per la maggior parte si tratta di nazionalità non pertinenti al core business dell’azienda o del brand in questione. È una metrica di vanità importante se costituita da numeri reali e che contribuiscono day by day all’engagement aziendale, altrimenti rimane un numero fine a se stesso e inutilizzabile. Far crescere la community in modo organico e consistente è importante, specialmente se si studiano delle operazioni per sfruttare le sinergie tra i diversi touchpoint e condividere il valore che il brand è in grado di generare per i propri clienti (“Bisogna sempre chiudere il famoso cerchio”).
Hai mai collaborato con professionisti esterni per quanto riguarda la sfera social?
Si, Legor Group si affida ad agenzie verticali, pensiamo che professionisti specifici riescano a ottenere qualità e risultati tangibili. Non abbiamo in piedi tante collaborazioni esterne, ma cerchiamo di dotarci di fornitori che condividano il nostro approccio ed i nostri valori come ad esempio l’agenzia Carmi & Ubertis che ci ha guidato e supportato nel processo di design della nuova Brand Identity.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendali futuri?
Tre sono i pilastri sui quali ci concentreremo: Responsabilità, Innovazione, Servizio. Attualmente siamo una società Benefit e puntiamo a diventare B Corp. Legor Group è quindi fortemente orientata alla sostenibilità e sicuramente è una tematica su cui ci concentreremo sempre di più. In termini di innovazione stiamo puntando non solo su nuovi lanci di prodotto ma anche sull’introduzione nel settore di riferimento di nuove tecnologie come la stampa Binder Jet 3D in metallo, grazie alla partnership con HP. Sul servizio continueremo a concentrarci sul concetto di prossimità (vicinanza al cliente) e di condivisione della nostra expertise al fine di soddisfare i loro bisogni e di trovare soluzioni volte al miglioramento delle loro performance.
Legor Group / Fabio Di Falco
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Ho iniziato il mio percorso studiando “Tecniche pubblicitarie, Comunicazione e Marketing” all’Università di Perugia, dopodiché, ho svolto uno stage curricolare come Account in un’agenzia pubblicitaria a Roma. Mi sono poi trasferito a Milano, dove ho contemporaneamente conseguito una pubblicazione sul neuromarketing e svolto il master in “Marketing & Comunicazione” alla Bocconi. Sono poi entrato nel mondo del lavoro, approdando inizialmente in Fossil come Brand Manager, dove gestivo diversi brand del gruppo, per poi passare in Esprinet, mantenendo lo stesso ruolo ma occupandomi di un settore completamente differente: gestivo, infatti, il marchio Epson. In seguito, sono ritornato in Fossil per quasi nove anni, nella sede di Vicenza, città in cui mi sono trasferito. Successivamente ho deciso di fare un’esperienza diversa entrando in FITT, azienda del settore gardening. Sono poi passato in Legor come Marketing Manager dove, dopo aver strutturato il reparto, mi sono dedicato al rebranding e alla comunicazione sia offline sia online, interna ed esterna del gruppo. Nel tempo libero mi dedico a progetti didattici con professionisti del settore, come la pubblicazione della prima prima prassi di riferimento (UNI/PdR 111:2022) sul branding a livello nazionale avvenuta a luglio del 2022.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
Penso che all’estero siano proiettati molto più in avanti rispetto all’Italia, perché c’è un utilizzo e una conoscenza delle tecnologie più alti. L’Italia è da sempre il fanalino di coda, sia per specificità intrinseche del mercato che per approccio e fruizione delle piattaforme dell’utente finale. Il nostro Paese si muove e vive ancora molto sul contatto fisico anche se credo che il Covid abbia abbattuto dei muri che in Italia erano ancora molto forti. Nonostante tutto, riscontro ancora della reticenza nell’affidarsi a piattaforme tecnologiche, all’ottimizzazione e all’efficientamento.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
LinkedIn è la piattaforma più forte per Legor Group mentre Facebook è quella più debole. Molte realtà sono convinte che ogni azienda debba essere presente su tutti i social, questo, ahimè, non è sempre vero e possibile per diverse ragioni. Tra le principali troviamo la gestione corretta, strategica ed efficace di una singola piattaforma social richiede persone competenti, tempo, investimenti, per non parlare della produzione di contenuti che questi canali “veloci e famelici” richiedono . In secondo luogo bisogna sempre tenere bene a mente il target di riferimento che non necessariamente sarà presente o cercherà le informazioni necessarie su tutti i canali social. Queste sono alcune delle motivazioni che ci hanno guidati nella scelta di LinkedIn come canale preferenziale ed ottimale per promuovere sia i nostri valori che il nostro business.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
Legor Group mira alla qualità del contatto e non alla quantità.
Ci sono molti player con fanbase enormi ma se ci si ferma ad analizzare la qualità degli utenti, ci si rende subito conto che per la maggior parte si tratta di nazionalità non pertinenti al core business dell’azienda o del brand in questione. È una metrica di vanità importante se costituita da numeri reali e che contribuiscono day by day all’engagement aziendale, altrimenti rimane un numero fine a se stesso e inutilizzabile. Far crescere la community in modo organico e consistente è importante, specialmente se si studiano delle operazioni per sfruttare le sinergie tra i diversi touchpoint e condividere il valore che il brand è in grado di generare per i propri clienti (“Bisogna sempre chiudere il famoso cerchio”).
Hai mai collaborato con professionisti esterni per quanto riguarda la sfera social?
Si, Legor Group si affida ad agenzie verticali, pensiamo che professionisti specifici riescano a ottenere qualità e risultati tangibili. Non abbiamo in piedi tante collaborazioni esterne, ma cerchiamo di dotarci di fornitori che condividano il nostro approccio ed i nostri valori come ad esempio l’agenzia Carmi & Ubertis che ci ha guidato e supportato nel processo di design della nuova Brand Identity.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendali futuri?
Tre sono i pilastri sui quali ci concentreremo: Responsabilità, Innovazione, Servizio. Attualmente siamo una società Benefit e puntiamo a diventare B Corp. Legor Group è quindi fortemente orientata alla sostenibilità e sicuramente è una tematica su cui ci concentreremo sempre di più. In termini di innovazione stiamo puntando non solo su nuovi lanci di prodotto ma anche sull’introduzione nel settore di riferimento di nuove tecnologie come la stampa Binder Jet 3D in metallo, grazie alla partnership con HP. Sul servizio continueremo a concentrarci sul concetto di prossimità (vicinanza al cliente) e di condivisione della nostra expertise al fine di soddisfare i loro bisogni e di trovare soluzioni volte al miglioramento delle loro performance.