Labiotest / Astrid Pellizzon
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Ho lavorato per una decina d’anni in un’azienda in cui mi occupavo di amministrazione. Era una realtà in crescita, soprattutto sul mercato estero, quindi, data la mia passione per le lingue, mi sono proposta di portare avanti questi progetti esteri. Ho iniziato a organizzare le prime fiere e poi, per ragioni personali, mi sono trasferita in zona Cividale e ho cercato una realtà più vicina. Sono entrata in Labiotest dato che stavano cercando una figura che seguisse la parte back office e la rete di vendita in Italia. Pian piano ho imparato a organizzare e gestire i vari aspetti, dall’area commerciale fino ai rapporti con i professionisti esteri. Successivamente mi sono spostata nel campo del Marketing, iniziando i primi corsi di formazione e capendo come strutturare la comunicazione aziendale. Da qui siamo partiti con una serie di eventi in giro per l’Italia dedicati all’informazione legata al nostro settore: siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal riscontro ricevuto e abbiamo capito che avevamo tanto da raccontare. Ora sono Marketing Executive e Assistente alla Direzione: mi occupo di tutta la parte strategica dei progetti, organizzando e pianificando i vari step.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
Ho notato che all’estero i brand e i distributori sono molto attivi sui social, specialmente su LinkedIn. C’è anche più coinvolgimento a livello di interazioni e di repost: creano un network legato al settore che condivide e interagisce con i contenuti. In Italia vedo che questa concezione un po’ manca: abbiamo ancora qualche gap da colmare in questo senso. Labiotest opera in una nicchia di mercato che cambia tra l’Italia e l’estero e, inevitabilmente, questo viene riflesso anche sui social media.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
Il main social di Labiotest è sicuramente LinkedIn. Ci permette di raggiungere il nostro target, composto da professionisti di settore, distributori, clienti e realtà simili, in maniera più semplice rispetto ad altri social. Piattaforme come Instagram e TikTok sono ancora lontane dal nostro brand perché prediligono contenuti più visual e accattivanti. Facebook ci offre alcune caratteristiche in comune con il nostro target ma è una piattaforma che viene utilizzata per svago e non per lavoro come LinkedIn.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
Spesso questo dato viene interpretato in maniera negativa o come indice della qualità del lavoro svolto. In Labiotest, invece, siamo consapevoli che si tratta di una metrica non fondamentale. Abbiamo iniziato da poco a concentrarci sull’aspetto social e, quindi, vogliamo creare sin da subito una comunicazione che ci rispecchi appieno, dando priorità al rapporto con i follower che al loro numero. Inoltre, nel B2B, i social vengono dedicati alla brand awareness piuttosto che alla vendita, come nel B2C.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Credo che nel B2B le recensioni siano tutt’ora meno rilevanti rispetto al B2C. La nicchia di Labiotest è molto particolare: trattandosi di tecnologie volte al miglioramento dell’aria e all’abbattimento di emissioni maleodoranti, spesso, i nostri clienti non vogliono far sapere che ricorrono ai nostri prodotti per evitare i cattivi odori. Si tratta di una percezione associata a qualcosa di negativo e, quindi, difficilmente comunicabile anche nella sezione case history del nostro sito. Personalmente lascio e leggo volentieri le recensioni, soprattutto quando si tratta di esperienze o prodotti che vorrei provare.
Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?
Per il momento Labiotest non collabora con realtà esterne perché abbiamo un team interno che si dedica ai social. In futuro desideriamo ampliare la nostra fanbase per poter raggiungere tutti i professionisti di settore, monitorando e creando una strategia efficace per i canali social. Vorremmo anche creare una rete interna tramite i profili personali dei nostri collaboratori. Credo che affidarsi a professionisti esterni, in generale ma soprattutto nella sfera social, possa contribuire ad ampliare le conoscenze e a creare una sinergia molto produttiva. È vero che, da entrambi i lati, bisogna essere disposti a mettersi in discussione per raggiungere una strategia che possa funzionare nel settore di riferimento. Per quanto riguarda il sito web, collaboriamo con una realtà che ci segue in maniera proattiva e dedicata.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
Per quest’anno l’obiettivo più ambizioso che ci siamo posti è di uscire con un bilancio di sostenibilità del Gruppo Luci, di cui fa parte anche Labiotest. Poi vorremmo dedicarci ai canali social di Labiotest in modo ancora più efficace e, in futuro, creare una collaborazione con una realtà esterna che ci supporta anche in questo. Stiamo lavorando al lancio di un nuovo brand, ancora più di nicchia, sul quale non vogliamo fare spoiler.
Labiotest / Astrid Pellizzon
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Ho lavorato per una decina d’anni in un’azienda in cui mi occupavo di amministrazione. Era una realtà in crescita, soprattutto sul mercato estero, quindi, data la mia passione per le lingue, mi sono proposta di portare avanti questi progetti esteri. Ho iniziato a organizzare le prime fiere e poi, per ragioni personali, mi sono trasferita in zona Cividale e ho cercato una realtà più vicina. Sono entrata in Labiotest dato che stavano cercando una figura che seguisse la parte back office e la rete di vendita in Italia. Pian piano ho imparato a organizzare e gestire i vari aspetti, dall’area commerciale fino ai rapporti con i professionisti esteri. Successivamente mi sono spostata nel campo del Marketing, iniziando i primi corsi di formazione e capendo come strutturare la comunicazione aziendale. Da qui siamo partiti con una serie di eventi in giro per l’Italia dedicati all’informazione legata al nostro settore: siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal riscontro ricevuto e abbiamo capito che avevamo tanto da raccontare. Ora sono Marketing Executive e Assistente alla Direzione: mi occupo di tutta la parte strategica dei progetti, organizzando e pianificando i vari step.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
Ho notato che all’estero i brand e i distributori sono molto attivi sui social, specialmente su LinkedIn. C’è anche più coinvolgimento a livello di interazioni e di repost: creano un network legato al settore che condivide e interagisce con i contenuti. In Italia vedo che questa concezione un po’ manca: abbiamo ancora qualche gap da colmare in questo senso. Labiotest opera in una nicchia di mercato che cambia tra l’Italia e l’estero e, inevitabilmente, questo viene riflesso anche sui social media.
Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?
Il main social di Labiotest è sicuramente LinkedIn. Ci permette di raggiungere il nostro target, composto da professionisti di settore, distributori, clienti e realtà simili, in maniera più semplice rispetto ad altri social. Piattaforme come Instagram e TikTok sono ancora lontane dal nostro brand perché prediligono contenuti più visual e accattivanti. Facebook ci offre alcune caratteristiche in comune con il nostro target ma è una piattaforma che viene utilizzata per svago e non per lavoro come LinkedIn.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
Spesso questo dato viene interpretato in maniera negativa o come indice della qualità del lavoro svolto. In Labiotest, invece, siamo consapevoli che si tratta di una metrica non fondamentale. Abbiamo iniziato da poco a concentrarci sull’aspetto social e, quindi, vogliamo creare sin da subito una comunicazione che ci rispecchi appieno, dando priorità al rapporto con i follower che al loro numero. Inoltre, nel B2B, i social vengono dedicati alla brand awareness piuttosto che alla vendita, come nel B2C.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Credo che nel B2B le recensioni siano tutt’ora meno rilevanti rispetto al B2C. La nicchia di Labiotest è molto particolare: trattandosi di tecnologie volte al miglioramento dell’aria e all’abbattimento di emissioni maleodoranti, spesso, i nostri clienti non vogliono far sapere che ricorrono ai nostri prodotti per evitare i cattivi odori. Si tratta di una percezione associata a qualcosa di negativo e, quindi, difficilmente comunicabile anche nella sezione case history del nostro sito. Personalmente lascio e leggo volentieri le recensioni, soprattutto quando si tratta di esperienze o prodotti che vorrei provare.
Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?
Per il momento Labiotest non collabora con realtà esterne perché abbiamo un team interno che si dedica ai social. In futuro desideriamo ampliare la nostra fanbase per poter raggiungere tutti i professionisti di settore, monitorando e creando una strategia efficace per i canali social. Vorremmo anche creare una rete interna tramite i profili personali dei nostri collaboratori. Credo che affidarsi a professionisti esterni, in generale ma soprattutto nella sfera social, possa contribuire ad ampliare le conoscenze e a creare una sinergia molto produttiva. È vero che, da entrambi i lati, bisogna essere disposti a mettersi in discussione per raggiungere una strategia che possa funzionare nel settore di riferimento. Per quanto riguarda il sito web, collaboriamo con una realtà che ci segue in maniera proattiva e dedicata.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
Per quest’anno l’obiettivo più ambizioso che ci siamo posti è di uscire con un bilancio di sostenibilità del Gruppo Luci, di cui fa parte anche Labiotest. Poi vorremmo dedicarci ai canali social di Labiotest in modo ancora più efficace e, in futuro, creare una collaborazione con una realtà esterna che ci supporta anche in questo. Stiamo lavorando al lancio di un nuovo brand, ancora più di nicchia, sul quale non vogliamo fare spoiler.