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Jekko Kranes Alberto Franceschini Conpac

Jekko Cranes / Alberto Franceschini

Sales & Marketing Manager

Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?

Nasco con una formazione prettamente tecnica: sono, infatti, un ingegnere meccanico. Sono entrato come responsabile tecnico in un’azienda di installazioni di gru da camion, la Ormet. Mi occupavo quindi progettazione, studio tecnico e certificazioni fino alla conclusione dei progetti che venivano approvati dalla motorizzazione. Jekko Cranes nasce da un’opportunità legata a un’enorme brand di installazione di vetro facciate, principalmente per grattacieli e grandi edifici. La soluzione che abbiamo fornito, una piccola gru dotata di ventose, oltre a svolgere un importante ruolo nel progetto è stata anche notata da altri installatori che ne hanno visto il potenziale. Piano piano tutti cominciano a chiederci di produrne altre e così, all’inizio degli anni 2000, nasce l’idea delle minigru. Ci sviluppiamo parallelamente all’industria delle vetro facciate per il rivestimento architettonico di grattacieli, che trova nel nord est italiano la maggior parte dei player nazionali. Nel 2010, circa, sono passato in Jekko Cranes ricoprendo il ruolo di commerciale, con l’obiettivo di creare una rete di dealer internazionale. Tre anni fa abbiamo riorganizzato il reparto Marketing, ampliando le risorse e creando una rete anche all’estero e collaborando con professionisti esterni. Credo che il Marketing e le vendite vadano di pari passo, per questo bisogna lavorare in sinergia. Adesso abbiamo un team veramente brillante e capace che spazia dall’operatività vera e propria online e offline al marketing di prodotto, raccontando anche tutte le specifiche tecniche delle nostre macchine. Per noi il Marketing è una risorsa indispensabile, sulla quale dobbiamo sicuramente ancora crescere ma che ci sta già dando moltissime soddisfazioni. Il mio ruolo è, quindi, coordinare il team interno e supervisionare tutta la sfera marketing on e offline.

Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel segmento di mercato B2B?

Gli operatori di Jekko Cranes sono presenti in tutto il mondo e molto spesso sono molto giovani. Questo ci ha permesso di notare che l’uso dei social è più capillare nel mercato estero: riusciamo a convertire in vendita anche grazie agli operatori che ci seguono sui social, come è successo a Taiwan, dove abbiamo venduto alcuni prodotti grazie ai nostri contenuti su TikTok. Viaggiare molto mi ha permesso di comprendere in maniera più completa le dinamiche dei mercati esteri e, anche per questo, ho insistito molto sulla presenza di Jekko Cranes sulle piattaforme. Creare una presenza sui social è, secondo noi, quasi un obbligo in questo momento storico: cercare di realizzare contenuti interessanti, che parlino direttamente al nostro target è una sfida non banale ma che sicuramente vale l’investimento di tempo, risorse e budget. In generale vedo che nel B2B vengono usati per raccontare il brand a un pubblico generico e ampio, non ci si rivolge quasi mai ad altri business perché non ce n’è ancora così tanto bisogno. Le strategie nel B2B sono differenti da quelle degli altri segmenti di mercato.

Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?

Jekko Cranes ha un mercato geograficamente ampio anche se opera in una nicchia particolare del settore B2B. Questa situazione specifica ci porta a essere presenti su tutte le principali piattaforme social. Facebook si rivolge a un pubblico più anagraficamente adulto e piace soprattutto negli States, dove va molto forte la funzione marketplace. Instagram abbassa la fascia d’età coinvolta ma predilige contenuti più strutturati, esteticamente soddisfacenti. TikTok forse è la realtà più distante dal nostro brand ma la trovo assai stimolante e interessante: continuiamo a portare contenuti accattivanti e in linea con i trend del social. LinkedIn viene altrettanto curato con attenzione, ma ha un’impronta più istituzionale e si rivolge per lo più ad aziende e non al singolo utente.

I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?

Sono d’accordo con questi dati perché il numero di follower è un dato che ancora oggi viene tenuto in grande considerazione. Se un brand non raggiunge una soglia minima di follower viene percepito in maniera negativa dalla “massa critica”: si va subito a pensare che dietro non ci sia una strategia dedicata, del lavoro a supporto della presenza sui social. Al momento, però, in Jekko Cranes non stiamo facendo delle azioni mirate per far crescere la fanbase: ci manca ancora tutta quella parte di profiling del target che ci permetterà di fare follow up e di ampliare il nostro bacino d’utenza.  Piano piano ci stiamo strutturando sempre più nel Marketing e in futuro sicuramente colmeremo anche questo spazio che ora non viene seguito a dovere.

Quanto contano le recensioni online, sono importanti?

Se si intendono le classiche recensioni sul pannello di Google, nella nicchia dove opera Jekko Cranes forse non sono ancora così importanti. Abbiamo notato però che su Facebook, nei commenti alle foto, spesso ci sono discussioni tra gli operatori che confrontano le nostre macchine con quelle di altri brand. In questo caso andiamo a intervenire solo quando sono presenti informazioni inesatte sui nostri prodotti. Ci è capitato di avere qualche hater che, pur non avendo acquistato le macchine tramite noi, reagisse con commenti e recensioni negative: siamo riusciti a trovare una quadra e a finire per collaborare dopo aver risolto la situazione creatasi. Nella mia sfera di vita privata ho capito che è molto più motivato chi, preferendo dare opinioni negative a voce o comunque non darne risalto a livello social, scrive recensioni negative rispetto a chi lascia commenti positivi. Per questo evito di dare troppo peso a uno strumento che viene usato troppo, spesso anche impropriamente. Se mi capita di fare qualche recensione, lascio commenti solamente quando sono positivi.

Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?

Sicuramente nella fase iniziale Jekko Cranes ha collaborato con realtà esterne: abbiamo quindi strutturato strategie di marketing, aiutandoci a curare gli aspetti principali. Abbiamo collaborato con un’agenzia di Bergamo che ha fatto un lavoro importante di brand identity fornendoci tutte le fondamenta che utilizziamo ancora oggi. Non abbiamo mai avuto una risorsa interna senior quindi ci siamo appoggiati spesso a realtà al di fuori del nostro brand, imparando e aggiornandoci continuamente anche grazie a queste partnership. Credo sia fondamentale creare una cooperazione tra risorse interne ed esterne: questo permette di mettere insieme il DNA dell’azienda con le capacità tecniche dei professionisti, facendo crescere competenze su entrambi i fronti. Abbiamo un coach interno che lavora con noi e ci aiuta a strutturare la comunicazione anche tra le nostre risorse, andando a riflettersi all’esterno. Cerchiamo anche di creare una coesione tra le varie aree dell’azienda, facendo teambuilding e portando avanti diversi progetti nel campo. 

Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?

In Jekko Cranes cerchiamo di creare un ambiente di lavoro stimolante e flessibile sotto ogni punto di vista: siamo attenti alla sostenibilità, migliorando le prestazioni green dei nostri prodotti o fornendo bottiglie riutilizzabili ai nostri lavoratori, i nostri orari di lavoro sono flessibili e c’è la possibilità di lavorare in smart quando si ha la necessità. Questi sono solo alcuni esempi di progetti interni che vogliamo migliorare sempre di più. Il brand ha da sempre un DNA molto libero: si lavora quando si è produttivi, soprattutto per certe figure che vivono di periodi molto intensi e poi periodi più tranquilli. Quando abbiamo la possibilità, cerchiamo di andare in contro alle esigenze di tutti. Abbiamo attivato il Welfare e curiamo in modo maniacale gli equilibri tra vita privata e lavoro: chi sta bene lavora e vive meglio.

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Jekko Kranes Alberto Franceschini Conpac

Jekko Cranes / Alberto Franceschini

Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?

Nasco con una formazione prettamente tecnica: sono, infatti, un ingegnere meccanico. Sono entrato come responsabile tecnico in un’azienda di installazioni di gru da camion, la Ormet. Mi occupavo quindi progettazione, studio tecnico e certificazioni fino alla conclusione dei progetti che venivano approvati dalla motorizzazione. Jekko Cranes nasce da un’opportunità legata a un’enorme brand di installazione di vetro facciate, principalmente per grattacieli e grandi edifici. La soluzione che abbiamo fornito, una piccola gru dotata di ventose, oltre a svolgere un importante ruolo nel progetto è stata anche notata da altri installatori che ne hanno visto il potenziale. Piano piano tutti cominciano a chiederci di produrne altre e così, all’inizio degli anni 2000, nasce l’idea delle minigru. Ci sviluppiamo parallelamente all’industria delle vetro facciate per il rivestimento architettonico di grattacieli, che trova nel nord est italiano la maggior parte dei player nazionali. Nel 2010, circa, sono passato in Jekko Cranes ricoprendo il ruolo di commerciale, con l’obiettivo di creare una rete di dealer internazionale. Tre anni fa abbiamo riorganizzato il reparto Marketing, ampliando le risorse e creando una rete anche all’estero e collaborando con professionisti esterni. Credo che il Marketing e le vendite vadano di pari passo, per questo bisogna lavorare in sinergia. Adesso abbiamo un team veramente brillante e capace che spazia dall’operatività vera e propria online e offline al marketing di prodotto, raccontando anche tutte le specifiche tecniche delle nostre macchine. Per noi il Marketing è una risorsa indispensabile, sulla quale dobbiamo sicuramente ancora crescere ma che ci sta già dando moltissime soddisfazioni. Il mio ruolo è, quindi, coordinare il team interno e supervisionare tutta la sfera marketing on e offline.

Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel segmento di mercato B2B?

Gli operatori di Jekko Cranes sono presenti in tutto il mondo e molto spesso sono molto giovani. Questo ci ha permesso di notare che l’uso dei social è più capillare nel mercato estero: riusciamo a convertire in vendita anche grazie agli operatori che ci seguono sui social, come è successo a Taiwan, dove abbiamo venduto alcuni prodotti grazie ai nostri contenuti su TikTok. Viaggiare molto mi ha permesso di comprendere in maniera più completa le dinamiche dei mercati esteri e, anche per questo, ho insistito molto sulla presenza di Jekko Cranes sulle piattaforme. Creare una presenza sui social è, secondo noi, quasi un obbligo in questo momento storico: cercare di realizzare contenuti interessanti, che parlino direttamente al nostro target è una sfida non banale ma che sicuramente vale l’investimento di tempo, risorse e budget. In generale vedo che nel B2B vengono usati per raccontare il brand a un pubblico generico e ampio, non ci si rivolge quasi mai ad altri business perché non ce n’è ancora così tanto bisogno. Le strategie nel B2B sono differenti da quelle degli altri segmenti di mercato.

Quale social è più in linea con il vostro modello di business e quale meno?

Jekko Cranes ha un mercato geograficamente ampio anche se opera in una nicchia particolare del settore B2B. Questa situazione specifica ci porta a essere presenti su tutte le principali piattaforme social. Facebook si rivolge a un pubblico più anagraficamente adulto e piace soprattutto negli States, dove va molto forte la funzione marketplace. Instagram abbassa la fascia d’età coinvolta ma predilige contenuti più strutturati, esteticamente soddisfacenti. TikTok forse è la realtà più distante dal nostro brand ma la trovo assai stimolante e interessante: continuiamo a portare contenuti accattivanti e in linea con i trend del social. LinkedIn viene altrettanto curato con attenzione, ma ha un’impronta più istituzionale e si rivolge per lo più ad aziende e non al singolo utente.

I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?

Sono d’accordo con questi dati perché il numero di follower è un dato che ancora oggi viene tenuto in grande considerazione. Se un brand non raggiunge una soglia minima di follower viene percepito in maniera negativa dalla “massa critica”: si va subito a pensare che dietro non ci sia una strategia dedicata, del lavoro a supporto della presenza sui social. Al momento, però, in Jekko Cranes non stiamo facendo delle azioni mirate per far crescere la fanbase: ci manca ancora tutta quella parte di profiling del target che ci permetterà di fare follow up e di ampliare il nostro bacino d’utenza.  Piano piano ci stiamo strutturando sempre più nel Marketing e in futuro sicuramente colmeremo anche questo spazio che ora non viene seguito a dovere.

Quanto contano le recensioni online, sono importanti?

Se si intendono le classiche recensioni sul pannello di Google, nella nicchia dove opera Jekko Cranes forse non sono ancora così importanti. Abbiamo notato però che su Facebook, nei commenti alle foto, spesso ci sono discussioni tra gli operatori che confrontano le nostre macchine con quelle di altri brand. In questo caso andiamo a intervenire solo quando sono presenti informazioni inesatte sui nostri prodotti. Ci è capitato di avere qualche hater che, pur non avendo acquistato le macchine tramite noi, reagisse con commenti e recensioni negative: siamo riusciti a trovare una quadra e a finire per collaborare dopo aver risolto la situazione creatasi. Nella mia sfera di vita privata ho capito che è molto più motivato chi, preferendo dare opinioni negative a voce o comunque non darne risalto a livello social, scrive recensioni negative rispetto a chi lascia commenti positivi. Per questo evito di dare troppo peso a uno strumento che viene usato troppo, spesso anche impropriamente. Se mi capita di fare qualche recensione, lascio commenti solamente quando sono positivi.

Hai mai collaborato con professionisti per quanto riguarda la sfera social?

Sicuramente nella fase iniziale Jekko Cranes ha collaborato con realtà esterne: abbiamo quindi strutturato strategie di marketing, aiutandoci a curare gli aspetti principali. Abbiamo collaborato con un’agenzia di Bergamo che ha fatto un lavoro importante di brand identity fornendoci tutte le fondamenta che utilizziamo ancora oggi. Non abbiamo mai avuto una risorsa interna senior quindi ci siamo appoggiati spesso a realtà al di fuori del nostro brand, imparando e aggiornandoci continuamente anche grazie a queste partnership. Credo sia fondamentale creare una cooperazione tra risorse interne ed esterne: questo permette di mettere insieme il DNA dell’azienda con le capacità tecniche dei professionisti, facendo crescere competenze su entrambi i fronti. Abbiamo un coach interno che lavora con noi e ci aiuta a strutturare la comunicazione anche tra le nostre risorse, andando a riflettersi all’esterno. Cerchiamo anche di creare una coesione tra le varie aree dell’azienda, facendo teambuilding e portando avanti diversi progetti nel campo. 

Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?

In Jekko Cranes cerchiamo di creare un ambiente di lavoro stimolante e flessibile sotto ogni punto di vista: siamo attenti alla sostenibilità, migliorando le prestazioni green dei nostri prodotti o fornendo bottiglie riutilizzabili ai nostri lavoratori, i nostri orari di lavoro sono flessibili e c’è la possibilità di lavorare in smart quando si ha la necessità. Questi sono solo alcuni esempi di progetti interni che vogliamo migliorare sempre di più. Il brand ha da sempre un DNA molto libero: si lavora quando si è produttivi, soprattutto per certe figure che vivono di periodi molto intensi e poi periodi più tranquilli. Quando abbiamo la possibilità, cerchiamo di andare in contro alle esigenze di tutti. Abbiamo attivato il Welfare e curiamo in modo maniacale gli equilibri tra vita privata e lavoro: chi sta bene lavora e vive meglio.

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