Ddchem / Michela Tognella
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Sono originaria di Busto Arsizio, in provincia di Varese, e vivo a Verona da una decina d’anni. Ho studiato Ragioneria con indirizzo Marketing perché ho sempre avuto un interesse verso la Comunicazione. Mi sono laureata all’Università di Milano – Bicocca in Marketing, Comunicazione Aziendale e i Mercati Globali. Volevo proseguire gli studi con un Master che mi avrebbe portata lontano da Milano: avevo capito che questa città, per quante opportunità possa offrire, non è il luogo giusto per me. Sono, quindi, andata alla ricerca di un corso di studi, sempre in ambito Marketing, che mi permettesse di coniugare anche la mia passione per il mondo vitivinicolo. Mi sono spostata a Verona per frequentare Marketing e Comunicazione del Territorio, con indirizzo vitivinicolo, e poi ho intrapreso un percorso del tutto diverso. Dopo l’Università, infatti, ho deciso di tenere questo settore come una passione personale. Successivamente ho fatto la mia prima esperienza lavorativa in una multinazionale americana nel settore della logistica, dove sono entrata come stagista. Qui, assieme alla Responsabile Marketing, gestivo il Marketing e la Comunicazione in tutta Europa. È stata un’esperienza formativa incredibile perché, finalmente, ho potuto toccare con mano e applicare la teoria studiata nel corso degli anni. Mi sono poi spostata in una realtà più piccola, sempre nello stesso ambito della precedente, e poi, per circa 3 anni, ho lavorato in Confcooperative Verona, dove ho avuto la possibilità di interfacciarmi con diverse realtà e aziende. Comunicavo con aziende provenienti da ogni area, dall’agricoltura fino al settore sociale. Successivamente sono entrata in un’agenzia dove ho lavorato per qualche anno. Mi sono spostata, poi, in Ddchem tramite un’offerta di lavoro poco meno di un anno fa.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
La mia impressione è che, nel B2B, i social non siano ancora percepiti come uno strumento fondamentale quale è. Questo settore è basato sulla reputazione delle aziende, dato radicale attorno al quale ruota una serie di elementi a cascata. I competitors di Ddchem, anche quelli molto grandi, utilizzano poco i social. Le loro fanbase sono in larga parte costituite da persone che, appunto, li conoscevano già in precedenza, essendo brand importanti nel settore. Trovo che le piattaforme dovrebbero essere usate per comunicare in maniera più chiara i valori aziendali, dalla mission fino al lato umano. In questo momento stiamo lavorando tanto sulla nostra brand identity e sul marketing a 360°. Vogliamo aumentare la brand awareness e creare una strategia completa sotto ogni aspetto.
Quale social utilizzate con maggior coinvolgimento e quale meno?
Ddchem è presente su LinkedIn, Facebook e Instagram. Il main social è LinkedIn dove troviamo il nostro target di riferimento e dove nascono collaborazioni e partnership. Anche Instagram è una piattaforma sulla quale comunichiamo bene. Canali come TikTok e Facebook sono quelli più lontani dal nostro modello di business, soprattutto perché i due principali target di riferimento non si avvicinano al nostro pubblico. TikTok è una piattaforma che necessita di contenuti e attenzioni costanti quindi è molto dispendiosa.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
È una domanda a doppio taglio. Da un lato sono d’accordo con il fatto che un numero alto di follower possa aiutare un brand a farsi conoscere e a crescere ulteriormente, distinguendosi per i contenuti pubblicati. D’altro canto penso che non sia l’unica metrica su cui concentrarsi: i follower potrebbero essere non in target o non organici. In Ddchem siamo convinti che sia preferibile avere una fanbase interessata alle tematiche che vengono trattate sui profili. Si tratta di clienti, professionisti di settore, persone che ci conoscono grazie alla nostra presenza alle fiere, affinità con il nostro mondo. Penso che sia la qualità dei follower a fare la differenza piuttosto che la quantità.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Per noi le “canoniche” recensioni, quelle sul pannello di Google, sono importanti, ma non fondamentali. Questo perché Ddchem riceve numerosi feedback tramite i commerciali, andando a creare una nuova modalità di recensione. Siamo davvero contenti perché in media questi feedback sono molto positivi: la qualità del prodotto, l’organizzazione della distribuzione e della logistica sono gli aspetti che vengono sottolineati maggiormente. Inoltre siamo super orgogliosi di essere percepiti come una realtà affidabile e coerente. Desideriamo comunque lavorare anche su questo aspetto, consolidando la nostra presenza e il nostro brand.
Hai pensato di avvalerti dell’aiuto di professionisti del mondo social vista l’importanza raggiunta dalle piattaforme digitali e la loro complessità di gestione?
Certo, con Ddchem abbiamo collaborato con diverse realtà esterne e tutt’ora siamo affiancati da professionisti esterni. Ci affidiamo a un’agenzia per un percorso di branding durante il quale abbiamo lavorato sull’immagine aziendale oltre che sui contenuti. Sono convinta che cooperare in sinergia con altri professionisti possa aiutare a crescere sia a livello lavorativo che personale. Si instaura un rapporto dove entrambe le parti possono portare un valore aggiunto a quella partnership.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
Uno dei progetti che abbiamo più a cuore vede protagonista il payoff di Ddchem, “Chemistry you can trust”. Desideriamo legare tutta la comunicazione a questo concetto, dando spazio, non solo alla qualità del prodotto, ma anche alle persone che creano in brand. Vogliamo trasmettere la cura e la passione che ci sono dietro al nostro lavoro, dai prodotti fino ai tailor made. Anche il branding avrà un ruolo centrale in futuro: ci concentreremo sulla reputation e sull’awareness. Per fare questo dobbiamo focalizzarci su come rendere il settore della chimica più vicino alle persone, magari con collaborazioni o academy.
Ddchem / Michela Tognella
Qual è stato il tuo percorso fino ad assumere questo ruolo in azienda?
Sono originaria di Busto Arsizio, in provincia di Varese, e vivo a Verona da una decina d’anni. Ho studiato Ragioneria con indirizzo Marketing perché ho sempre avuto un interesse verso la Comunicazione. Mi sono laureata all’Università di Milano – Bicocca in Marketing, Comunicazione Aziendale e i Mercati Globali. Volevo proseguire gli studi con un Master che mi avrebbe portata lontano da Milano: avevo capito che questa città, per quante opportunità possa offrire, non è il luogo giusto per me. Sono, quindi, andata alla ricerca di un corso di studi, sempre in ambito Marketing, che mi permettesse di coniugare anche la mia passione per il mondo vitivinicolo. Mi sono spostata a Verona per frequentare Marketing e Comunicazione del Territorio, con indirizzo vitivinicolo, e poi ho intrapreso un percorso del tutto diverso. Dopo l’Università, infatti, ho deciso di tenere questo settore come una passione personale. Successivamente ho fatto la mia prima esperienza lavorativa in una multinazionale americana nel settore della logistica, dove sono entrata come stagista. Qui, assieme alla Responsabile Marketing, gestivo il Marketing e la Comunicazione in tutta Europa. È stata un’esperienza formativa incredibile perché, finalmente, ho potuto toccare con mano e applicare la teoria studiata nel corso degli anni. Mi sono poi spostata in una realtà più piccola, sempre nello stesso ambito della precedente, e poi, per circa 3 anni, ho lavorato in Confcooperative Verona, dove ho avuto la possibilità di interfacciarmi con diverse realtà e aziende. Comunicavo con aziende provenienti da ogni area, dall’agricoltura fino al settore sociale. Successivamente sono entrata in un’agenzia dove ho lavorato per qualche anno. Mi sono spostata, poi, in Ddchem tramite un’offerta di lavoro poco meno di un anno fa.
Cosa ne pensi dei social media nel segmento di mercato B2B?
La mia impressione è che, nel B2B, i social non siano ancora percepiti come uno strumento fondamentale quale è. Questo settore è basato sulla reputazione delle aziende, dato radicale attorno al quale ruota una serie di elementi a cascata. I competitors di Ddchem, anche quelli molto grandi, utilizzano poco i social. Le loro fanbase sono in larga parte costituite da persone che, appunto, li conoscevano già in precedenza, essendo brand importanti nel settore. Trovo che le piattaforme dovrebbero essere usate per comunicare in maniera più chiara i valori aziendali, dalla mission fino al lato umano. In questo momento stiamo lavorando tanto sulla nostra brand identity e sul marketing a 360°. Vogliamo aumentare la brand awareness e creare una strategia completa sotto ogni aspetto.
Quale social utilizzate con maggior coinvolgimento e quale meno?
Ddchem è presente su LinkedIn, Facebook e Instagram. Il main social è LinkedIn dove troviamo il nostro target di riferimento e dove nascono collaborazioni e partnership. Anche Instagram è una piattaforma sulla quale comunichiamo bene. Canali come TikTok e Facebook sono quelli più lontani dal nostro modello di business, soprattutto perché i due principali target di riferimento non si avvicinano al nostro pubblico. TikTok è una piattaforma che necessita di contenuti e attenzioni costanti quindi è molto dispendiosa.
I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?
È una domanda a doppio taglio. Da un lato sono d’accordo con il fatto che un numero alto di follower possa aiutare un brand a farsi conoscere e a crescere ulteriormente, distinguendosi per i contenuti pubblicati. D’altro canto penso che non sia l’unica metrica su cui concentrarsi: i follower potrebbero essere non in target o non organici. In Ddchem siamo convinti che sia preferibile avere una fanbase interessata alle tematiche che vengono trattate sui profili. Si tratta di clienti, professionisti di settore, persone che ci conoscono grazie alla nostra presenza alle fiere, affinità con il nostro mondo. Penso che sia la qualità dei follower a fare la differenza piuttosto che la quantità.
Quanto contano le recensioni online, sono importanti?
Per noi le “canoniche” recensioni, quelle sul pannello di Google, sono importanti, ma non fondamentali. Questo perché Ddchem riceve numerosi feedback tramite i commerciali, andando a creare una nuova modalità di recensione. Siamo davvero contenti perché in media questi feedback sono molto positivi: la qualità del prodotto, l’organizzazione della distribuzione e della logistica sono gli aspetti che vengono sottolineati maggiormente. Inoltre siamo super orgogliosi di essere percepiti come una realtà affidabile e coerente. Desideriamo comunque lavorare anche su questo aspetto, consolidando la nostra presenza e il nostro brand.
Hai pensato di avvalerti dell’aiuto di professionisti del mondo social vista l’importanza raggiunta dalle piattaforme digitali e la loro complessità di gestione?
Certo, con Ddchem abbiamo collaborato con diverse realtà esterne e tutt’ora siamo affiancati da professionisti esterni. Ci affidiamo a un’agenzia per un percorso di branding durante il quale abbiamo lavorato sull’immagine aziendale oltre che sui contenuti. Sono convinta che cooperare in sinergia con altri professionisti possa aiutare a crescere sia a livello lavorativo che personale. Si instaura un rapporto dove entrambe le parti possono portare un valore aggiunto a quella partnership.
Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?
Uno dei progetti che abbiamo più a cuore vede protagonista il payoff di Ddchem, “Chemistry you can trust”. Desideriamo legare tutta la comunicazione a questo concetto, dando spazio, non solo alla qualità del prodotto, ma anche alle persone che creano in brand. Vogliamo trasmettere la cura e la passione che ci sono dietro al nostro lavoro, dai prodotti fino ai tailor made. Anche il branding avrà un ruolo centrale in futuro: ci concentreremo sulla reputation e sull’awareness. Per fare questo dobbiamo focalizzarci su come rendere il settore della chimica più vicino alle persone, magari con collaborazioni o academy.