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Ca di Rajo Paola Antoniazzi Conpac

Ca di Rajo Wines / Paola Antoniazzi

Responsabile Marketing

Che cosa ti ha portato ad assumere una posizione nell’ambito marketing?

Durante il mio percorso ho avuto modo di approfondire diversi settori, dal fashion fino al marketing. Parallelamente al mio lavoro in Benetton, dove seguivo tutte le campagne marketing, ho portato avanti la mia passione per il mondo vitivinicolo. Nel 2008 ho, quindi, aperto uno studio di comunicazione specializzato principalmente sul mercato del vino. Ca di Rajo è nata nel 2005 e ho iniziato a seguirne la comunicazione sin dal principio, come consulente esterna. Adesso seguo soprattutto la parte offline, cercando di creare una comunicazione coerente e attenta. Per me la qualità del messaggio è la parte cardinale della comunicazione. 

Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel mercato vitivinicolo?

I social sono uno strumento estremamente potente. In questo momento, nella sfera personale, mi rendo conto della differenza con cui le generazioni percepiscono le piattaforme digital. Sono quasi a un punto di rifiuto nei confronti di questi canali: preferisco riviste, libri e strumenti cartacei perché portano con sé un bagaglio di emozioni, ricordi e sensazioni difficili da dimenticare. A livello di mercato vitivinicolo, invece, percepisco una sorta di auto-influenzamento. Ho notato che, spesso, se un’azienda del settore crea una pagina su un canale social, tutte le altre aziende tendono a copiare quest’azione, spostandosi tra le piattaforme. In Ca di Rajo preferiamo analizzare e comprendere il nostro target, proseguendo con una comunicazione coerente e studiata.

Quale social utilizzate con maggior coinvolgimento e quale meno?

Ca di Rajo è presente su LinkedIn, Facebook e Instagram. Queste tre piattaforme ci permettono di coinvolgere dei target diversi anche attraverso dei contenuti differenti. Instagram è una piattaforma molto più visuale e dinamica dove il settore vitivinicolo sta iniziando a crearsi la sua nicchia, soprattutto tra i wine lover e gli appassionati. Facebook ci avvicina a una fascia d’età più alta, mentre con LinkedIn possiamo coinvolgere un pubblico più di settore.

I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?

Credo che sia un dato che va contestualizzato. Per alcune categorie di prodotto, per esempio, è una metrica importante mentre per altre, come Ca di Rajo, non rappresenta un valore cardinale. Si tratta di capire l’importanza che viene data ai canali social all’interno del brand. Nel nostro settore, un numero di follower alto potrebbe essere percepito quasi come un “difetto”, andando a cambiare l’idea di autenticità ed esclusività dei vini. 

Quanto contano le recensioni online, sono importanti?

Per Ca di Rajo le recensioni sono importantissime, forse addirittura più del numero dei follower sui canali social. È uno step fondamentale durante la scelta e l’acquisto di un prodotto. Per questo cerchiamo di essere presenti, interagire e fornire un customer care attento e su misura. 

Hai pensato di avvalerti dell’aiuto di professionisti del mondo social vista l’importanza raggiunta dalle piattaforme digitali e la loro complessità di gestione?

In questo momento Ca di Rajo collabora con due professionisti esterni che ci seguono sul lato digital, dal piano editoriale fino alla pubblicazione. In passato abbiamo lavorato con un’agenzia di comunicazione con la quale ci siamo trovati bene. Anche lato sito web e packaging siamo seguiti da due realtà esterne che ci supportano nella creazione dell’identità del brand e dei prodotti.

Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?

Quest’anno abbiamo creato una partnership con Udinese, brandizzando il loro VIP Club. È stata sicuramente una collaborazione super positiva che ci ha permesso, tra le altre cose, di regalare un’esperienza esclusiva per i nostri clienti più importanti. Abbiamo, infatti, messo a calendario le partite dell’Udinese per invitarli allo stadio. Adesso abbiamo molti progetti da definire e da organizzare. Siamo orientati al mondo dello sport dove nasceranno, a settembre, tante nuove partnership che non possiamo ancora spoilerare.

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Ca di Rajo Paola Antoniazzi Conpac

Ca di Rajo Wines / Paola Antoniazzi

Che cosa ti ha portato ad assumere una posizione nell’ambito marketing?

Durante il mio percorso ho avuto modo di approfondire diversi settori, dal fashion fino al marketing. Parallelamente al mio lavoro in Benetton, dove seguivo tutte le campagne marketing, ho portato avanti la mia passione per il mondo vitivinicolo. Nel 2008 ho, quindi, aperto uno studio di comunicazione specializzato principalmente sul mercato del vino. Ca di Rajo è nata nel 2005 e ho iniziato a seguirne la comunicazione sin dal principio, come consulente esterna. Adesso seguo soprattutto la parte offline, cercando di creare una comunicazione coerente e attenta. Per me la qualità del messaggio è la parte cardinale della comunicazione. 

Cosa ne pensi dell’utilizzo dei social media nel mercato vitivinicolo?

I social sono uno strumento estremamente potente. In questo momento, nella sfera personale, mi rendo conto della differenza con cui le generazioni percepiscono le piattaforme digital. Sono quasi a un punto di rifiuto nei confronti di questi canali: preferisco riviste, libri e strumenti cartacei perché portano con sé un bagaglio di emozioni, ricordi e sensazioni difficili da dimenticare. A livello di mercato vitivinicolo, invece, percepisco una sorta di auto-influenzamento. Ho notato che, spesso, se un’azienda del settore crea una pagina su un canale social, tutte le altre aziende tendono a copiare quest’azione, spostandosi tra le piattaforme. In Ca di Rajo preferiamo analizzare e comprendere il nostro target, proseguendo con una comunicazione coerente e studiata.

Quale social utilizzate con maggior coinvolgimento e quale meno?

Ca di Rajo è presente su LinkedIn, Facebook e Instagram. Queste tre piattaforme ci permettono di coinvolgere dei target diversi anche attraverso dei contenuti differenti. Instagram è una piattaforma molto più visuale e dinamica dove il settore vitivinicolo sta iniziando a crearsi la sua nicchia, soprattutto tra i wine lover e gli appassionati. Facebook ci avvicina a una fascia d’età più alta, mentre con LinkedIn possiamo coinvolgere un pubblico più di settore.

I dati dimostrano che avere un numero di follower basso lede l’immagine del brand, cosa ne pensi?

Credo che sia un dato che va contestualizzato. Per alcune categorie di prodotto, per esempio, è una metrica importante mentre per altre, come Ca di Rajo, non rappresenta un valore cardinale. Si tratta di capire l’importanza che viene data ai canali social all’interno del brand. Nel nostro settore, un numero di follower alto potrebbe essere percepito quasi come un “difetto”, andando a cambiare l’idea di autenticità ed esclusività dei vini. 

Quanto contano le recensioni online, sono importanti?

Per Ca di Rajo le recensioni sono importantissime, forse addirittura più del numero dei follower sui canali social. È uno step fondamentale durante la scelta e l’acquisto di un prodotto. Per questo cerchiamo di essere presenti, interagire e fornire un customer care attento e su misura. 

Hai pensato di avvalerti dell’aiuto di professionisti del mondo social vista l’importanza raggiunta dalle piattaforme digitali e la loro complessità di gestione?

In questo momento Ca di Rajo collabora con due professionisti esterni che ci seguono sul lato digital, dal piano editoriale fino alla pubblicazione. In passato abbiamo lavorato con un’agenzia di comunicazione con la quale ci siamo trovati bene. Anche lato sito web e packaging siamo seguiti da due realtà esterne che ci supportano nella creazione dell’identità del brand e dei prodotti.

Quali sono i progetti di comunicazione aziendale futuri?

Quest’anno abbiamo creato una partnership con Udinese, brandizzando il loro VIP Club. È stata sicuramente una collaborazione super positiva che ci ha permesso, tra le altre cose, di regalare un’esperienza esclusiva per i nostri clienti più importanti. Abbiamo, infatti, messo a calendario le partite dell’Udinese per invitarli allo stadio. Adesso abbiamo molti progetti da definire e da organizzare. Siamo orientati al mondo dello sport dove nasceranno, a settembre, tante nuove partnership che non possiamo ancora spoilerare.

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